diritti televisivi serie a di calcio - diritto sportivo

Qualche riflessione sulla normativa sui diritti TV della Serie A di Calcio.

E’ cronaca quotidiana quanto stia accadendo sulla vendita dei diritti TV della Serie A. 

LA VICENDA

Avverso il “bando MediaPRO”, Sky presentava istanza innanzi al Tribunale di Milano per l’annullamento del bando. Il Giudice, Claudio Marangoni, accoglieva l’istanza annullando il bando in quanto non correttamente formulato ed in violazione dei principi antitrust.

La società MediaPRO, aveva difatti ottenuto con un’offerta di mille euro superiore alle richieste minime della Lega di Serie A l’assegnazione dei diritti tv per il prossimo triennio. Sky, detentrice dei diritti fino alla stagione in corso, aveva chiesto alla Lega di considerare inammissibile l’offerta di Mediapro.

Le principali violazioni, riscontrate dal giudice, vertono in particolare sulla formulazione dei pacchetti di partite “chiavi in mano” che limiterebbero la libertà di scelta dei singoli offerenti nel formulare le proposte per i diversi contenuti e servizi. Il bando pertanto è stato ritenuto non correttamente formulato in base alla normativa Antitrust.

LA NORMATIVA

Da tempo si discute dell’intenzione del legislatore di modificare l’attuale assetto normativo per raggiungere un diverso sistema di distribuzione dei ricavi tra i club.

In passato, le società di calcio erano ritenute le uniche titolari dei diritti di sfruttamento relativi agli eventi sportivi disputati nello stadio di casa e pertanto uniche legittimate a commercializzarli singolarmente.

La cessione individuale dei diritti audiovisivi, tuttavia, creava grossi squilibri e disparità di ricavi, soprattutto tra i grandi club, da una parte e le società medio-piccole, dall’altra.

Attualmente l’Italia adotta un sistema in materia di diritti audiovisivi disciplinato dal decreto legislativo n. 9 del 2008 in attuazione alla legge cd. Melandri-Gentiloni, che disponeva quindi il passaggio ad un sistema caratterizzato dalla contitolarità dei diritti audiovisivi tra: a) società di calcio quali autori dell’evento sportivo; b) ente preposto all’organizzazione della competizione sportiva (es.. Lega Serie A, Lega Serie B), cui è oggi affidato il compito di commercializzare in via esclusiva tali diritti con gli operatori presenti sul mercato nazionale e internazionale.

Infatti, la centralizzazione delle vendite ha costituito un’importante deroga alla disciplina antitrust che può ritenersi consentita solo in via eccezionale, nel momento in cui è garantito un efficace sistema di controllo e di verifica ad opera delle istituzioni competenti (come effettuato ad esempio dall’AGCM).

La Lega interessata procede, quindi, alla commercializzazione dei diritti tv del campionato, con la predisposizione di diverse offerte. Per effetto delle nuove tecnologie, risulta essere decisamente più conveniente suddividere i diritti in differenti procedure competitive cd. pacchetti anziché cedere tutti i diritti ad un solo interlocutore in modo da poter massimizzare i profitti di un medesimo evento, i cui diritti vengono ceduti ad una pluralità di soggetti diversi (i contratti di licenza durano al massimo tre anni).

Ai sensi della Legge Melandri, la Lega deve predisporre più pacchetti, equilibrati tra loro, che non potranno essere tutti acquisiti da un solo operatore. È inoltre vietato acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette, perché deve essere assicurata la presenza di più operatori del settore. Pertanto anche i pacchetti sono approvati dall’Autorità per le Comunicazioni e dall’Antitrust, a seconda delle differenti modalità di fruizione dell’evento sportivo.

Una quota delle risorse viene destinata allo sviluppo dei settori giovanili, per la valorizzazione delle categorie dilettantistiche, la sicurezza degli stadi e il finanziamento, ogni anno, di almeno due progetti di rilevanza sociale a sostegno di sport diversi dal calcio (cd. mutualità).

In ossequio a tale normativa i diritti vengono ripartiti con i seguenti criteri:

-> 40% in parti uguali tra le società; -> 30% in base ai risultati sportivi (con riferimento per un 5% all’anno in corso, un 15% dei risultati nel quinquennio precedente e un altro 10% in base alla tradizione sportiva); -> 30% in base al bacino d’utenza (il 25% sulla base dei sostenitori di ciascun club e il restante 5% sulla base della popolazione del comune ove il club ha la propria sede).

Sembrerebbe imminente una riformulazione dell’odierna disciplina incentrata su meccanismi di distribuzione delle risorse provenienti dalla vendita dei diritti TV in maniera più equa tra i Club come già accade in altri Paesi.

LA SITUAZIONE ATTUALE

La Lega Calcio della serie A ha definitivamente respinto le ultime offerte di Mediapro e ha aperto le trattative private sui nuovi pacchetti per la cessione dei diritti tv relativi al prossimo triennio: l’obbiettivo di incasso dichiarato è di 1,1 miliardi di euro, teoricamente già raggiungibile con le offerte di Sky e di Perform, non escludendo l’ingresso di altri soggetti interessati.

I nuovi pacchetti sono simili a quelli proposti in passato.

Nel dettaglio, sono previsti 8 pacchetti per piattaforma e 3 pacchetti per prodotto.

I pacchetti per piattaforma sono così suddivisi:

  • Pacchetto 1A: 224 eventi su piattaforma Satellite (le gare di 7 squadre);
  • Pacchetto 1B: 338 eventi su piattaforma Satellite (le gare delle altre 13 squadre);
  • Pacchetto 2A: 224 eventi su piattaforma Digitale Terrestre;
  • Pacchetto 2B: 338 eventi su piattaforma Digitale Terrestre;
  • Pacchetto 3A: 224 eventi su piattaforma Internet e Wireless per reti mobili;
  • Pacchetto 3B: 338 eventi su piattaforma Internet e Wireless per reti mobili;
  • Pacchetto 4A: 224 eventi su piattaforma Iptv;
  • Pacchetto 4B: 338 eventi su piattaforma Iptv.

 

Avv. Guido Del Re

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