Autonomia del diritto sportivo e tutela dell’atleta: Riflessioni sulle decisioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 21 dicembre 2023, che hanno avuto un impatto significativo sull’ordinamento sportivo italiano e sulla protezione degli atleti

Il 21 dicembre 2023, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha emesso tre sentenze significative riguardanti l’autonomia del diritto sportivo e la tutela degli atleti. Queste decisioni hanno analizzato la compatibilità delle normative delle federazioni sportive con il diritto dell’Unione Europea, in particolare rispetto alle norme sulla concorrenza e alla libera circolazione

1. Causa C-333/21: European Superleague Company contro FIFA e UEFA

La CGUE ha esaminato le regole di FIFA e UEFA che impongono un sistema di autorizzazione preventiva per l’organizzazione di nuove competizioni calcistiche, come il progetto della Superlega, e prevedono sanzioni per club e giocatori che vi partecipano senza autorizzazione. La Corte ha stabilito che tali regole possono violare gli articoli 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) se non sono basate su criteri trasparenti, oggettivi e non discriminatori, e se conferiscono alle federazioni un potere discrezionale eccessivo, limitando la concorrenza nel mercato delle competizioni calcistiche. ​

2. Causa C-680/21: UL e SA Royal Antwerp Football Club contro URBSFA

In questo caso, la CGUE ha valutato la regola della “Home Grown Players Rule” (HGPR) adottata dalla UEFA e dalla federazione calcistica belga (URBSFA), che richiede ai club di includere un numero minimo di giocatori localmente formati nelle loro rose. La Corte ha ritenuto che tali regole, sebbene mirino a promuovere lo sviluppo dei talenti locali, devono essere conformi agli articoli 45 e 101 TFUE, garantendo che non ostacolino indebitamente la libera circolazione dei lavoratori e non restringano la concorrenza tra club. ​

3. Causa C-124/21 P: International Skating Union contro Commissione Europea

La CGUE ha affrontato le norme dell’International Skating Union (ISU) che prevedevano sanzioni severe per gli atleti che partecipavano a competizioni non autorizzate dall’ISU. La Corte ha confermato che tali regole violano le norme europee sulla concorrenza, in quanto limitano la libertà degli atleti di partecipare a eventi organizzati da terzi e impediscono lo sviluppo di competizioni alternative, consolidando una posizione dominante dell’ISU nel mercato delle competizioni di pattinaggio. ​

Principi stabiliti dalle sentenze:

  • Applicazione del diritto dell’UE allo sport: Le attività sportive, quando costituiscono attività economiche, sono soggette alle norme dell’UE, in particolare quelle sulla concorrenza e sulla libera circolazione.​
  • Limitazione dei poteri discrezionali delle federazioni: Le federazioni sportive non possono esercitare poteri regolamentari in modo arbitrario; le loro decisioni devono basarsi su criteri chiari, trasparenti e non discriminatori.​
  • Tutela degli atleti e dei club: Le regole che limitano la partecipazione degli atleti o dei club a competizioni devono essere proporzionate e giustificate da obiettivi legittimi, senza restringere indebitamente la concorrenza o la libera circolazione.​

Queste sentenze rappresentano un passo significativo verso un equilibrio tra l’autonomia delle organizzazioni sportive e il rispetto dei principi fondamentali dell’Unione Europea, garantendo che le regolamentazioni sportive non ledano i diritti degli atleti e favoriscano un ambiente competitivo equo.

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